“Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato… in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia.”

da OGNI COSA E' ILLUMINATA - Jonathan Safran Foer

lunedì 29 agosto 2011

CONSIDERAZIONI SUL NOSTRO COGNOME

Limarzi o Li Marzi?

Stemma del comune di Marzi

A nessuno sarà sfuggito che anche in questo blog si è riproposta con insistenza l'ennesima diatriba che ha costellato (e costellerà sempre) la vita di chi porta il nostro cognome. 
Ma Limarzi è scritto attaccato o staccato?
E' la domanda che arriva immediata quando dobbiamo dettare il nostro cognome a qualcuno.
Non si tratta di un semplice cavillare sull'ortografia e nemmeno di metterci a dare la caccia a quali e quanti errori hanno compiuto gli impiegati delle anagrafi con le quali i nostri avi hanno avuto a che fare negli ultimi 300 anni. Fosse per questo non varrebbe la pena di applicarsi troppo e, magari, la potremmo risolvere come molti Li Marzi americani che hanno scelto una via mediana attaccando il cognome e lasciando contemporaneamente due lettere maiuscole (LiMarzi).

L'argomento è di tutt'altro spessore e riguarda le origini del nostro cognome e come esso si è modificato con il modificarsi della storia della nostra famiglia.

Proviamo innanzitutto a fissare qualche punto fermo:

ORIGINI COMUNI - Partiamo da una certezza assoluta: l'origine delle due varianti del cognome  è la medesima, non esistono due distinte famiglie con due diversi cognomi. Chiamarsi Li Marzi, quindi, di per sé non certifica l'appartenenza a una origine diversa rispetto a quelli che si chiamano Limarzi;

1600 - nel 1600 fino a ben oltre la metà del '700 il "Li" era considerato un semplice accessorio. A volte addirittura (in particolar modo nei testi scritti in latino) venivamo chiamati semplicemente "Marzi", oppure "li Marzi" utilizzando la "l" minuscola quasi a voler marcare ancora di più l'appartenenza al nostro paese di origine;

FINE 1700 - in questo secolo incomincia a consolidarsi il "Li" con la lettera maiuscola ed il cognome era staccato per tutti. Non esiste traccia in quelle epoche di nessuno con il cognome attaccato. Nel censimento del 1753 (il Catasto Onciario) tuttavia compariamo ancora come "Marzi";

DAL 1806 A FINE '800 - con l'arrivo degli occupanti francesi, nel 1806, e con la contemporanea istituzione da parte loro delle anagrafi presso i comuni, si assiste al fenomeno inverso. Nell'anagrafe di Marzi in particolare, a partire dai primi dell'800 sino alla fine del secolo, non esiste alcun "Li Marzi" scritto staccato. E questo risulta anche in tutte le firme autografe in calce a questi atti.

DA FINE '800 A FINE '900 - da fine '800 sino ad oggi il cognome ha ricominciato a staccarsi più che altro per errori nelle anagrafi, salvo forse il caso del ramo di Bruno (secondo una sua ipotesi che approfondiremo poi) nel quale si può pensare anche ad una volontà espressa di ritorno alle origini (vedi anche il suo intervento fra i commenti di questo post).


2000 - I GIORNI NOSTRI 
- il mio ramo è riuscito a preservare l'uniformità del cognome, scritto unito, in tutti i quasi 100 Limarzi discendenti da Raffaele (nato nel 1805)  fino agli ultimi arrivati nel 2015. Eppure il padre di Raffaele, Pasquale, di chiamava Li Marzi... Il ramo di Bruno ha recuperato in tutti i suoi componenti il cognome originale scritto staccato.


MA CHE COSA E' SUCCESSO ALL'ARRIVO DEI FRANCESI?

Scorrendo questa cronologia risulta comunque chiaro che qualcosa ad un certo punto deve essere successo. Ed è successo in tutta evidenza, in coincidenza con l’arrivo dei francesi.
Da qui partono tanti ragionamenti anche se nulla di certo si può dire. Nulla se non che un cognome, o meglio il cognome di un’intera stirpe, non si modifica a caso o per convenzione.
A testimonianza del fatto che il problema non sono certo l’unico ad essermelo posto, c’è da dire che l’idea che il nostro cognome fosse mutato in conseguenza di un evento più o meno tragico circola da sempre in famiglia. Il tutto fra l’altro in diversi rami della stessa senza che questi avessero comunicato fra loro. E’ evidente che quest’ultima considerazione non faccia altro che avvalorare l’idea stessa.


IPOTESI DI ELEONORA
A casa di Eleonora si tramanda da sempre il fatto che il nostro cognome fosse mutato da Li Marzi a Limarzi per sfuggire ad una non meglio precisata persecuzione dei Borboni.
Ma perché i Borboni avrebbero perseguitato la famiglia? In fondo i nostri avi Pasquale e Stefano si sono fatti persino giustiziare dai Francesi che erano in lotta contro di loro!
L’esperienza però insegna che in tutte le cose tramandate, anche solo oralmente, c’è sempre un fondo di verità, magri distorta o alterata, ma c’è sempre.
Potrebbe essere che i persecutori fossero i Francesi e non i Borboni.


IPOTESI DI BRUNO
Secondo Bruno i Li Marzi erano di religione ebraica, religione che professavano liberamente nel paese e per la quale erano conosciuti. Può essere successo che per questo motivo fossero stati malvisti dai potenti di turno e che questi avessero voluto, unendo il cognome, sradicare un po’ la famiglia dal luogo di appartenenza. “Li” Marzi in calabrese sancisce inequivocabilmente un’appartenenza a un luogo (in italiano “di” Marzi). Unire il cognome rende, senza dubbio, meno evidente questa appartenenza.
Questa tesi, paradossalmente, potrebbe essere non in contrasto con quella riportata da Eleonora.  Una persecuzione da parte dei Francesi infatti non sarebbe stata plausibile in considerazione del fatto che fu proprio la Rivoluzione Francese ad accordare, in tutta Europa, maggiore libertà e tolleranza agli Ebrei. Ritornerebbe d’attualità la tesi di una persecuzione borbonica anche se, a quanto ne so, nemmeno i Borboni ebbero atteggiamenti particolarmente ostili nei confronti di chi professava questa religione.
Tutti gli avi di Bruno, comunque, erano dei Limarzi, compreso suo padre Vincenzo Limarzi nato nel 1903. Poi il cognome è tornato a staccarsi. La cosa però potrebbe non essere casuale, ma piuttosto sembrerebbe frutto del desiderio di ristabilire in famiglia la verità storica del cognome.


IPOTESI DI SILVIO ‘51
Alla fine l’ipotesi che io accredito di più è quella che mi ha riportato mio cugino Silvio che, fra le storie ascoltate in famiglia in passato, ha ripescato quella della condanna a morte di un fantomatico nostro avo.
La cosa mi ha stupito davvero tantissimo anche perché di fatto vuole dire che la storia della triste fine di Pasquale non si era persa nel tempo, ma è stata tramandato verbalmente per 200 anni, sino ad arrivare alle sue orecchie nei racconti di zio Armando e di quelli, coloritissimi del caro zio Eugenio.
Entrambi sostenevano che questo nostro avo fosse riuscito a scampare alla condanna a morte, ma che in conseguenza della stessa fosse stato costretto cambiarsi il cognome da Li Marzi a Limarzi.
Purtroppo non solo la trascrizione della sentenza, ma soprattutto l’immediatamente successivo certificato di morte ci raccontano che Pasquale non riuscì a scampare al proprio destino, ma è estremamente plausibile che il cambio di cognome fosse dovuto a tale accadimento. A favore di questa tesi depongono tre fattori:

- l’assoluta coincidenza temporale. Il nostro cognome infatti è mutato fra il 1806 e il 1807;

- il fatto che le colpe del condannato venissero poi fatte ricadere anche sulla sua famiglia di provenienza e addirittura, qualora venissero provate complicità e connivenze, sul paese di provenienza. in questo contesto l'imporre a tutta una stirpe di mutare il cognome è ipotesi plausibile;

- il fatto che esiste un ramo della famiglia che si spostò, in un’epoca che non sono ancora riuscito a ricostruire, nella vicina Montalto Uffugo. Ebbene qui il cognome è sempre rimasto immutato in Li Marzi. Questo ramo quindi, non essendo più di Marzi si sarebbe salvato dalla persecuzione francese.



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4 commenti:

  1. MIO COMMENTO AI DILEMMA Limarzi o Li Marzi?

    Ancora, complimenti a Silvio. Durante la tua breve visita a Marzi, non avevo affatto percepito la dovizia di informazioni che ora appare sul blog. Complimenti ancora.

    Qualche dettaglio sulla mia ipotesi.
    Mio padre Vincenzo nasce Limarzi nel 1903 e si sposa nel 1928 come Li Marzi. Lui è l'artefice del ritorno alle origini, proprio perché gli era noto il precedente dell'imposta unione del "li"
    e del "marzi".
    I Borboni furono feroci persecutori della comunità ebraica dell'area cosentina fin dal 1500, nel rispetto della peggior tradizione spagnola. All'inizio dell'800 quindi non esisteva alcuna comunità ebraica tantomeno a Marzi (li avevano uccisi tutti o si erano fittiziamente convertiti; i cosiddetti marrani").
    Di questo gruppo di origine ebrea facevano parte, a giudizio di mio padre (in casa nostra lo consideriamo una certezza), i Limarzi; quando
    io ero piccolo, agli inzi degli anni '50 chi voleva denigrarci, ci chiamava ebrei. Loro non sapevano che noi ne andavamo orgogliosi

    Ciao a tutti

    BRUNO

    RispondiElimina
  2. Grazie Bruno.
    In realtà alcune cose le avevo già nelle mani e la mia visita a Marzi mi ha semplicemente consentito di collocarle.
    Non sono i tasselli del puzzle che mi mancano, anzi, ne ho ancora un sacco. Il difficile è riunirli in una maniera coerente... Altre cose invece sono effettivamente al 100% frutto dei miei appunti marzesi che ancora devo "decriptare" del tutto.

    Quanto al "DILEMMA Li Marzi o Limarzi" come lo chiami tu il tuo racconto è molto interessante e direi con una sua logica.

    Come ho già scritto nel post certe cose non si tramandano a caso (vedi ad esempio il racconto dell'esecuzione di un Limarzi che comunque aleggiava nella mia famiglia) e credo che un fondo di verità non possa non esserci. Se a questo aggiungi quanto mi dici riguardo all'atteggiamento storicamente ostile dei Borboni nei confronti degli ebrei (mia lacuna) il tutto assume una connessione logica.
    Non dimentichiamo poi che la stessa Eleonora (discendente dal primogenito di Francesco) in maniera del tutto autonoma rispetto alla tua, ha accreditato anche lei la tesi della persecuzione borboonica.

    Sin qui tutto convincente, ma... ci sono due elementi che escono da questo contesto:

    1) se i Borboni hanno perseguitato i Li Marzi perché Pasquale Li Marzi e Stefano Li Marzi hanno organizzato la ribellione contro i Francesi che li avevano spodestati? Di fatto stavano agevolando il ritorno dei loro persecutori spagnoli (cosa poi successa). Per loro i francesi sarebbero dovuti essere un esercito di liberazione e non di occupazione!

    2) il cognome sembra proprio cambiare nel momento in cui gli stessi Francesi istituiscono le anagrafi pubbliche così come le conosciamo oggi (1806/1807). Perché? Perché Pasquale nel 1807 (dagli atti del processo) si chiamava ancora "Li Marzi" e i suoi figli entrambi "Limarzi"?

    Insomma, ci sono elementi convincenti a favore di entrambi le tesi (quella dei Borboni e quella dei Francesi) e questo finisce inevitabilmente per alimentare il rompicapo.

    Certamente, lo ribadisco una volta di più, questo non è solo una questione di ortografia, ma e un passaggio fondamentale nella storia della nostra famiglia.

    SILVIO '68

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  3. Sono Bruno Li Marzi (per intenderci)
    Chiarisco alcuni dei dubbi di Silvio '68.

    dubbio 1) "se i Borboni hanno perseguitato i Li Marzi perché Pasquale Li Marzi e Stefano Li Marzi hanno organizzato la ribellione contro i Francesi che li avevano spodestati? Di fatto stavano agevolando il ritorno dei loro persecutori spagnoli (cosa poi successa). Per loro i francesi sarebbero dovuti essere un esercito di liberazione e non di occupazione!"

    Risposta. " siamo nel 1806, Pasquale e Stefano non erano certamente partecipi di quanto in Europa era accaduto con la Rivoluzione Francese e la successiva involuzione napoleonica. Tutta o quasi la popolazione calabrese valutò i francesi più per i loro pessimi comportamenti che non per le idee delle quali si facevano portatori. Molti scritti confermano che il popolo calabrese fu contro i francesi ( a differenza della classe più colta, che vedeva in loro i portatori di novità condivisibili) e partecipò attivamente alla battaglia di S. Eufemia e alla campagna del card. Ruffo. Per i francesi, i nostri avi erano tutti briganti, solo perchè non accettavano i soprusi delle truppe di occupazione; peraltro, non si capivano neppure (anche le stesse truppe di occupazione non si capivano fra di loro, essendo costituite da polacchi, ungheresi,..., con qualche francese fra di loro). Sono propenso a credere che i due Li Marzi furono vittime di qualche sopruso e, come ogni calabrese che si rispetti, si ribellarono in armi; peccato che sulle carte del processo non compaio le ragioni dell'accusa. Questa indagine potrebbe essere argomento della tua prossima visita a Marzi

    2) secondo dubbio "il cognome sembra proprio cambiare nel momento in cui gli stessi Francesi istituiscono le anagrafi pubbliche così come le conosciamo oggi (1806/1807). Perché? Perché Pasquale nel 1807 (dagli atti del processo) si chiamava ancora "Li Marzi" e i suoi figli entrambi "Limarzi"?"

    Risposta. " è plausibile che l'unificazione del nome sia stata fatta o da qualche segretario comunale che considerava i Li Marzi come briganti da mettere all'indice (due fucilati in un paese di non più di mille abitanti fu un fatto molto importante) o, anche, dalla stessa famiglia di Stefano e Pasquale come forma di difesa quasi di dissociazione dai due "briganti". Il fatto che lo stesso Francesco non abbia mai scritto di questo suo nonno fucilato (credo) mi fa nascere il dubbio che non fosse motivo di orgoglio. E' anche possibile che l'accorpamento sia stato imposto dalle autorità o dalla controparte filofrancese ( con i Tano in testa, credo di ricordare)

    ciao a tutti

    bruno

    RispondiElimina
  4. Grazie per il tuo importante contributo Bruno. Vediamo di proseguire il ragionamento in base ai tuoi stimoli:

    RIGUARDO AL PUNTO 1

    - credo che tu abbia ragione e sia universalmente riconosciuto che la rivolta contro i francesi non avevano certo radici di "alta politica", ma semplicemente erano espressione della cronica insofferenza del popolo calabrese che si è sempre manifestata contro ogni tipo di oppressione;

    - altrettanto vero è che, con ogni probabilità, l'esecuzione di Pasquale e Stefano Li Marzi è da ascrivere ad una sorta di vendetta/delazione operata da Domenico Tano che, per compiacere i francesi e per ottenerne la benevolenza e la ricompensa, non esitò a denunciarli e a darli in pasto ai carnefici assieme ad altri abitanti di Marzi.
    Capitolo questo dei Tano che di sicuro merita un approfondimento che prima o poi occorrerà fare. Per ora è sufficiente ricordare che questa che è una famiglia inizialmente ricordata nelle cronache per ogni genere di nefandezza (compresi figli sospettati di uccidere i padri), ma poi diventa con lo scorrere delle generazioni una famiglia simbolo del risorgimento calabrese (vedasi Carlo Tano e suo figlio Eugenio, il tanto celebrato pittore garibaldino).
    Della parte "nefasta" dei Tano ce ne dà peraltro un bellissimo spaccato Fabrizio Perri nel suo libro "Galantuomini assassini"
    Nonostante questo rimango convinto (mia personale ipotesi) di un forte legame fra Francesco Limarzi ed Eugenio Tano durante gli anni della rivoluzione del 1860. Di sicuro non poterono non aver combattuto fianco a fianco. Non so quanto questi fossero consapevoli però che, con ogni probabilità, uno dei principali responsabili della fucilazione di Pasquale Li Marzi (il nonno di Francesco) fosse stato Domenico Tano (il bisnonno di Eugenio).

    - il capo di imputazione di Pasquale e Stefano invece ce lo da, sia pure generico, Luigi Costanzo nel suo libro "Paese Inquieto" che riporta l'intera sentenza: "vengono condannati a morte con l'accusa di essere stati i promotori della rivolta del 2 luglio 1806 scoppiata a Rogliano".



    RIGUARDO AL PUNTO 2

    - è vero, forse Francesco non ne ha scritto, magari perché si trattava di un argomento da prendere con le molle, ma di sicuro l'esecuzione di Pasquale è stata motivo di un certo orgoglio in famiglia (visto anche la maniera estremamente "romanzata" con cui è stata tramandata ai giorni nostri). E, se è arrivata ai giorni nostri in questo modo, può essere stato solo attraverso il tenore dei racconti che Francesco ha fatto a mio nonno Silvio e all'altro suo figlio Adolfo.

    - riguardo all'unione del nome sono molto più propenso a pensare che questa sia stata una vera e propria imposizione dall'alto. E il metodo di coercizione dev'essere stato piuttosto "convincente" perché, oltre al discorso delle anagrafi c'è da ricordare che anche i Limarzi stessi hanno preso a firmarsi con il cognome unito (molti documenti autografi della prima metà dell'800 lo testimoniano).

    Ciao!

    SILVIO '68

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