“Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato… in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia.”

da OGNI COSA E' ILLUMINATA - Jonathan Safran Foer

lunedì 10 gennaio 2011

FRANCESCO LIMARZI

FRANCESCO LIMARZI nacque a Catanzaro il 3 febbraio 1837, figlio di RAFFAELE LIMARZI e MARIA ROSARIA COSTANZO e morì a Castellamare di Stabia (Na) il 28 marzo 1908.

Questi dati anagrafici in realtà non hanno molto a che fare con le radici di Francesco che erano, come ci ricorda inequivocabilmente il cognome, di Marzi, un paese situato a poco più di 500 metri di altitudine, nel profondo della Calabria a pochi chilometri di distanza da Cosenza. Da qui provenivano entrambi i suoi genitori e qui, ancora in fasce (dopo pochi mesi dalla nascita), ritornò a vivere.

Aveva diversi fratelli e sorelle una delle quali (Filomena) visse solo pochi mesi.
Nella Calabria di 200 anni fa, purtroppo, passare indenni dai primi anni di vita era una piccola impresa... Più volte in queste mie ricerche mi sono imbattuto in famiglie numerose dove due o addirittura tre figli portavano lo stesso nome. Spesso, infatti, i genitori davano al nuovo nato il nome di un precedente fratellino defunto, quasi a restituirgli un pò della vita che gli era stata prematuramente tolta.

In questa Calabria e nella sua Marzi Francesco Filippo Ignazio Filomeno Limarzi vinse la sua prima scommessa: quella di crescere. A 21 anni era già un uomo fatto con un mestiere di “agrimensore” pronto per sposare la sua conterranea GIOVANNA ALTOMARE ("gentildonna" recita il certificato di matrimonio) il 19 luglio 1857.

La coppia ebbe 7 figli. Tre nati a Marzi: MARIA LAURA, RAFFAELE ed EUGENIO GIUSEPPE poi, probabilmente per motivi legati alla sua professione, si trasferì a Castellammare di Stabia dove ebbe gli altri 4: EGIDIO, ADOLFO, UMBERTO e SILVIO (mio nonno) nato il 21/04/1876.
Francesco, uomo possente e con una fluente barba bianca, era dotato sicuramente di una grandissima cultura e appassionato di letteratura. Tradusse prima tre canti e poi l'intero Paradiso della Divina Commedia in dialetto Calabrese e lo pubblicò a Castellamare nel 1874 (Tipografie Stabiane). L'opera è a tutt'oggi conservata in numerose biblioteche italiane ed internazionali ed è spesso citata come esempio di divulgazione della cultura calabrese. Nel paese di Marzi gli è stata intitolata una via e compare nel sito del comune fra i "Marzesi Illustri".
L'influenza di un padre del genere ebbe indubbiamente una importanza fondamentale per la crescita dei figli che, cosa del tutto anomala per quei luoghi e quell'epoca, ricevettero dal destino la possibilità di dare libero sfogo alle proprie aspirazioni. E lo fecero intraprendendo strade completamente diverse fra loro:

- MARIA LAURA (Marzi 20/08/1858): entrò in convento e si fece suora. Morì in circostanze drammatiche a causa di un incidente con un treno: le ferite riportate degenerarono in cancrena;
RAFFAELE (Marzi 07/03/1860): si trasferì a Bologna ove divenne colonnello dell'Esercito Italiano;

- EUGENIO GIUSEPPE (Marzi 25/01/1862 - Buenos Aires 19/10/1948): frequentò l'Accademia delle Belle Arti e, una volta emigrato in Argentina, diventò un pittore di una certa fama;
- EGIDIO (Castellammare 26/02/1872 - Castellammare 13/12/1872): la vita di Egidio Catello Limarzi durò solo 10 mesi dal febbraio al dicembre 1872. Il suo secondo nome era, nelle intenzioni di Francesco, un omaggio alla nuova città che lo aveva accolto: San Catello è il patrono di Castellammare di Stabia;
- ADOLFO (Castellammare 08/10/1873 - Castellammare 01/11/1956) diventò avvocato e rimase a Castellammare di Stabia;
SILVIO (Castellammare 21/04/1876 - Meldola 09/07/1950): si trasferì in Romagna dove esercitò per anni la professione di Medico;
-  UMBERTO (Castellammare 14/11/1878): di lui sappiamo molto poco. Sappiamo che era ingegnere e professore. Le sue tracce finiscono a Roma, città verso la quale, come ricorda mio padre, partivano da casa sua a Meldola, delle lettere indirizzate a quello sconosciuto zio che si chiamava come lui.
Un avvocato, un medico, una suora, un ingegnere, un artista e un colonnello. Arti e mestieri, sacro e profano, guerra e pace. Un buon assortimento insomma che si è mantenuto nelle generazioni che hanno seguito.

Queste sono le mie origini. Qualche Limarzi in giro per il mondo ha voglia di parlarmi della sue? Sono sicuro che riusciremo a scoprire che abbiamo molto più di una cosa in comune.


SILVIO LIMARZI



P.S.: a proposito di mestieri d'altri tempi ecco cosa viene fuori dal dizionario:

agrimensura[a-gri-men-sù-ra]
s.f.
Ramo della topografia che ha per oggetto la misurazione di campi o terreni, la loro descrizione cartografica, la loro stima, le rettificazioni di confini ecc.

gentildonna[gen-til-dòn-na]
s.f.
Donna di nobile origine o elevata condizione sociale.
Donna d'animo nobile e di modi raffinati
Un pò come Giovanna Altomare (Rogliano 20/10/1837 - Castellammare 28/04/1904)
(foto inviatami dal cugino Silvio Limarzi)

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2 commenti:

  1. finalmente riesco a vedere l'altra metà della foto (mi riferisco a quella di Francesco e famiglia); da piccolo, cercavo di inventare cosa ci fosse nell'altra metà.
    Silvio; ora dovresti inserire qualche pagina del Paradiso in calabrese. Ti assicuro che ci sono alcuni punti quasi geniali.
    Questa estate sarà dedicata a rileggere la traduzione insieme qualcuno che conosca bene il Paradiso, ma anche il calabrese.
    Complimenti ancora
    bruno

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  2. In effetti una delle prime cose che ho fatto quando l'ho vista è stata pensare a te Bruno, sapendo con quanta cura hai custodito e salvato la tua metà. Sapevo che ti avrebbe fatto un gran piacere.
    Quanto al resto nella mia testa ci sono già almeno 3 o 4 pagine da inserire: una di queste è sul Paradiso di Francesco per quanto mi ritenga un pò inadeguato a tale compito.

    Piano piano, nei ritagli di tempo, farò tutto.

    Ma tu invece, perchè non scrivi qualcosa? Mi hai raccontato diverse cose interessanti sui Limarzi a Marzi ad esempio, oppure sulla Divina Commedia o su quello che vuoi tu. Sarebbe una cosa carina: mi mandi il tutto e lo pubblichiamo!

    Ciao

    Silvio

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